Atmosfere d’Irlanda: diario di viaggio #5

Dopo le emozioni vissute nei giorni precedenti, ero ormai carica e prontissima a godere di nuove avventure: altro giorno, altro tour in macchina, altre mete da esplorare.

Una cosa che ho apprezzato molto di questo viaggio on the road sempre in movimento è stata la possibilità di fermarsi  seguendo l’ispirazione che, devo dire, non ci ha mai traditi.

La prima, piovosa tappa è stata una spiaggia della Tralee Bay che è stata a dir poco mozzafiato.

tralee bay beach

Prima di andare in Irlanda non avrei mai creduto che una spiaggia a perdita d’occhio potesse far sentire così piccoli. E’ una sensazione che ho sempre associato alle grandi altezze, ai panorami ampi disegnati dalle mie amate montagne liguri e piemontesi, non ero preparata alla vastità che accoglie chi si affaccia sull’Oceano Atlantico.

Le spiagge selvagge irlandesi sono distese infinite di sabbia, su cui le maree dipingono scie striate come fossero righe scritte su una pergamena ingiallita dal tempo. Con la bassa marea l’acqua si trova a fatica, bisogna camminare per centinaia di metri prima di giungere alla battigia, dove le onde si infrangono e bagnano i piedi. Ad aumentare il surrealismo del luogo era la pioggia che scendeva sul bagnato, sembrava di camminare sull’acqua. Vento, sale, onde… tutto si amalgamava alla perfezione e, anche se faceva freddo, l’atmosfera era davvero suggestiva.

Il ritrarsi dell’Oceano ha abbandonato sulla sabbia scheletri di vita marina, c’erano granchi a brandelli di dimensioni notevoli, le cui teste erano fracassate probabilmente dal becco dei gabbiani.

granchio spiaggia

Abbiamo lasciato la spiaggia dopo aver corso sulla sua distesa dorata e assaporato la sensazione di libertà selvaggia che il panorama ci ha offerto, per poi rimetterci in marcia.

Ci siamo concessi una breve visita alla Brandon Bay e al Brandon Point, luogo da cui si dice sia partito San Brandano per i suoi viaggi mitici durante i quali pare sia sbarcato addirittura in America quasi mille anni prima della scoperta di Cristoforo Colombo.

Brandon point

Quella di San Brandano fa parte della tradizione delle immrama, storie avventurose di eroi in cerca dell’Altromondo scritte in epoca cristiana e che ricalcano elementi dell’antica mitologia irlandese. Anche qui la natura selvaggia dell’Isola di Smeraldo si manifesta senza pudore alcuno, con le felci verde acceso che crescono sulle toppe di terra a picco sull’Oceano. Le isole in lontananza sembrano dorsi di balene emerse dai flutti, non a caso la leggenda narra che San Brandano scambiò per un’isola vera quella che era il corpo di un mostro marino.

Brandon Bay beach

Qualche scatto alla vista da Brandon Point e dalle sue spiagge color vinaccio, e poi di nuovo in auto per raggiungere nuove mete. A quel punto del viaggio, la penisola di Dingle era ormai conquistata e devo dire che, se è ritenuta una delle zone più belle di tutta l’Irlanda, un motivo ci sarà.

dingle

Dingle è un paesino coloratissimo e assai vivace, i negozietti pullulano di artigianato locale di qualità e i musicisti di strada intrattengono i passanti con la loro deliziosa musica folk. Noi eravamo a Dingle per incontrare un ospite speciale della sua baia…

Fungie dolphin Dingle

Il delfino Fungie! E’ diventato ormai la mascotte ufficiale di Dingle e abita nelle sue acque dagli anni ottanta, superando già la stima di vita massima per un delfino cresciuto in cattività. Fungie ha scelto di sua volontà di vivere nella Dingle Bay e da allora delizia turisti, pescatori e amanti degli sport acquatici con la sua giocosa presenza. I battelli seguono partenze frequenti per accontentare i numerosi visitatori che si riversano qui per vedere Fungie nuotare libero nelle acque dell’Oceano e, nonostante il tempo minaccioso, sono riuscita a fare degli scatti molto belli di questo simpatico vecchietto.

dingle bay

Dingle mi è parso quasi come un villaggio natalizio si presenta agli occhi di un bambino: per me c’era magia ovunque, persino nel corvo con cui ho fatto amicizia e al quale ho ceduto una parte del mio pranzo, che lui afferrava al volo come se stessimo giocando a pallacanestro.

E poi c’erano i currach, le imbarcazioni tipiche di questa zona dell’Irlanda e delle Isole Aran, di cui tanto ho parlato nel mio romanzo (vedi sezione “Pelle di Foca“).

currach

Vederli dal vivo è stata l’ennesima conferma che la storia inventata da me è viva, reale (per lo meno per me).

E dopo Dingle è stata la volta di Dunquin, con il suo porto suggestivo e le colline di un verde quasi accecante che si tuffavano dritte nell’Oceano.

Dunquin hills

Gli scogli a piramide e la stradina scoscesa che serpeggia a picco sulle onde incentivano un paesaggio già suggestivo di per sé, con gli arcipelaghi al largo che invogliano a mettersi in barca per esplorare un’isoletta alla volta.

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Raccontare tutto quello che ho vissuto nel mio viaggio in Irlanda è impossibile, richiederebbe quasi un libro, ma ricorderò sicuramente la penisola di Dingle come uno dei luoghi più suggestivi visitati.

Il tour di quel giorno si è concluso sulla spiaggia di Inch Point, dove il sole e le nuvole hanno dipinto colori brillanti. Qui, a quanto detto dalla mia Lonely Planet, fu girata una scena del celebre film Excalibur.

Inch Point beach

Il nostro appoggio per quella sera è stato a Killarney, forse la città irlandese alla quale mi sono affezionata di più e nella quale mi sono sentita in qualche modo “a casa” davvero, il primo centro abitato in cui siamo riusciti a godere finalmente dell’atmosfera di un autentico pub irlandese, cantando canzoni tradizionali a squarciagola davanti a una Guinness eseguite dal vivo da musicisti e cantanti locali. E non scorderò mai la passeggiata di ritorno al bed&breakfast: dalla porta di ogni pub (ce n’era uno ogni dieci metri, credo) proveniva musica dal vivo e io conoscevo tutte le canzoni e le cantavo in mezzo alla strada, come fossi a casa mia, sentendomi parte di una realtà sconosciuta, eppure tanto amata.

E con questo, non vi resta che aspettare l’ultimo diario di viaggio. Io ho già nostalgia di questi post (e posti), ne avete un po’ anche voi?

2 Comments on “Atmosfere d’Irlanda: diario di viaggio #5

  1. La nostalgia traspare ma è una nostalgia dolce, positiva, come l’amore per quella terra che senti in qualche modo tua. Leggerti è sempre incantevole, con anche queste foto stupende a corollario poi è il top. ❤

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    • Grazie Vale! Sì, la nostalgia che provo verso quella terra meravigliosa mi strugge spesso, però la ricordo con grande amore, e vorrei ardentemente tornare a essere com’ero su quelle spiagge, su quelle scogliere, per quelle stradine strette e tortuose: una bimba con gli occhi e il cuore straripanti di meraviglia. Forse un giorno, chissà… Per ora mi godo la mia esperienza 💜 Per quanto riguarda le foto… prima o poi farò un bell’album su facebook interamente dedicato all’Irlanda, ci sono foto che non ho messo qui e che vale la pena divulgare 😍😘

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