La Calendula, la sposa del Sole

Marigold Fairy - Fata Calendula - Cicely Mary Barker

Illustrazione di Cicely Mary Barker

La Calendula è una pianta timida e, se non fosse per i suoi petali arancione acceso, sarebbe addirittura discreta. Non appare diversa da una grossa margherita, forse per questo chi ne ignora le grandi e numerose virtù non si accorge di lei. Il suo aspetto semplice e dimesso la accomuna alle fate delle fiabe che invitano a non giudicare dalle apparenze.

E’ un fiore gioioso e racchiude in sé numerose proprietà medicinali già ben note a Ildegarda von Bingen, erborista e studiosa tedesca, e ai naturalisti rinascimentali.

I Romani la usavano come surrogato dello zafferano e nel Medioevo la Calendula iniziò a essere apprezzata per le sue numerose virtù, tanto che Carlo Magno la incluse tra le piante da coltivare presso i giardini officinali del suo regno. Nel Seicento era tanto apprezzata da obbligare i farmacisti a conservarne grandi quantitativi nelle loro botteghe, per soddisfare la sempre crescente richiesta.

I nomi con i quali è stata conosciuta in passato sono molteplici: fiorrancio, fior d’ogni mese, sposa del sole, orologio dei contadini.

Calendula botanica erbarioDurante la bella stagione, la Calendula fiorisce ogni mese proprio come la luna, i cui ritmi scandivano il calendario romano (il suo nome deriva da calendae, primo giorno del mese per i Romani). I suoi fiori si schiudono al primo sole del mattino, restano aperti fino al tramonto, quando riavvolgono i petali salutando così il giorno. I suoi semi a forma di uncino, invece, richiamano la forma della mezzaluna.

Anticamente era coltivata anche per la sua funzione di barometro naturale; infatti, si era già notato che il fiore si apriva all’alba solo quando l’aria era perfettamente asciutta, ciò significava che probabilmente non avrebbe piovuto.

E’ collegata alla Grande Madre e una leggenda lo ricollega ad Afrodite la quale, soffrendo per la morte dell’amato Adone, versò le sue lacrime sul terreno, dalle quali nacquero fiori di Calendula. Per questo motivo, i Greci e il linguaggio ottocentesco dei fiori la associano erroneamente alla tristezza, alla gelosia e alla noia.

calendula1Il suo abbassare il capo al tramonto era considerato un segno di lutto per la scomparsa della luce, fatto che contribuì a trasformarla nel simbolo del dolore, nonostante il suo aspetto tutt’altro che triste. Anche in Messico era associata al dolore e alla morte; questi fiori, infatti, furono portati dai Conquistadores per adornare giardini e proprietà. La Calendula, dunque, è stata nutrita a discapito degli Indios, massacrati e derubati dei loro tesori dagli Spagnoli.

Tuttavia, esistono anche simboli positivi collegati a questo virtuoso fiore.

I Cristiani lo inserivano tra i fiori dedicati alla Madonna e nel Medioevo era detto Oro di Maria, appellativo sopravvissuto fino ai giorni nostri nel nome inglese marigold.

In Francia simboleggia indipendenza di pensiero: l’emblema araldico di Margherita d’Orléans era una Calendula che girava attorno al sole, con il motto “Io non voglio seguire altro che il sole“. Nelle tenzoni di Tolosa al trovatore che vinceva la gara si offriva una Calendula d’argento in onore della loro ideatrice, Clémence d’Isaure, della quale era il fiore preferito. In Germania è anche chiamata “fior dei buoi”, poiché durante la rituale processione di Pentecoste è usanza ornare il collo dei bovini con ghirlande di fiori di Calendula per preservarli dal male e mantenerli in salute. Secondo un’antica usanza germanica, inoltre, le ragazze erano solite piantare la Calendula nelle orme lasciate dall’amato: siccome la pianta ha una fioritura prolungata, si riteneva che così facendo l’affetto tra i due innamorati non si sarebbe mai spento.

E’ una pianta diffusa in tutto il Mediterraneo e nella fascia temperata. Cresce in qualsiasi terriccio, preferibilmente permeabile ed esposto al sole. E’ facile trovarla nei campi, nelle vigne, nei giardini. La raccolta si effettua in primavera e in estate.

La principale virtù della Calendula, della quale si usano le sommità fiorite e le foglie, consiste nell’essere un validissimo antinfiammatorio e cicatrizzante, sia a uso interno che esterno. Per quest’ultimo è di gran lunga preferibile a molti preparati farmaceutici, poiché privo di controindicazioni, oltre ad avere effetti spesso straordinari.

Calendula rimedi

Foto: © belchonock, iStock, Thinkstock

La Calendula è una pianta di guarigione e serenità. Le tinture che si ricavano dai suoi fiori e dalle sue foglie curano e rimarginano piaghe , ferite e malattie della pelle. Il decotto, se assunto con regolarità, cura ulcere croniche e gastriti. Inoltre, è stimolante, calmante, depurativo, diuretico. Regola il ciclo mestruale, mitiga i disturbi delle coliti, riduce ustioni ed eritemi solari, lenisce gli arrossamenti della pelle dei neonati ed è efficace contro acne, pustole e geloni. Lo sciroppo ricavato dalla Calendula è antibatterico, fungicida e antivirale, senza contare la sua capacità di neutralizzare le sostanze tossiche inoculate dalle punture di insetti e dal veleno delle meduse.

Ottimale è l’uso fresco. Se si voglio conservare le foglie e i fiori (che devono essere colti nel periodo di massima fioritura) si devono fare asciugare all’ombra e poi riporre in sacchetti di tela o barattoli di vetro al riparo dalla luce.

Muna

 

Fonti:

  • Florario, Alfredo Cattabiani
  • La grande enciclopedie delle erbe, DIX editore
  • Le Porte della Luna. Magia del femminile, Devon Scott

Fonte immagina di copertina del post: Pinterest

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