Il Corvo, la Nigredo e la magia delle trasformazioni

Oggi pensiamo al Corvo come all’uccellaccio del malaugurio. Lo associamo al suo essere un animale spazzino, alla morte di cui si nutre e alle piume nere come il manto della Scura Signora, la Morte. Eppure il Corvo per gli antichi era anche l’animale della profezia, della magia e della guarigione. Il perché è presto detto: per guarire – soprattutto se si intende spiritualmente – bisogna attraversare le proprie ombre (il nero delle piume), lasciar morire aspetti di noi che ci danneggiano e demoni interiori che si sono nutriti delle nostre paure. Guarire significa entrare nel proprio inverno per poi giungere alla primavera.

Non a caso il Corvo è associato alla Nigredo alchemica, la fase di putrefazione e incenerimento della materia grezza: senza questa tappa, non esisterebbe la bianca Albedo, l’alba dell’Anima. E la Nigredo è anche lo stato iniziale della sostanza, priva di forma, ma ricca di potenzialità.

nigredo

Fonte immagine: Pinterest

Il piumaggio del Corvo è nero inchiostro, talvolta con sfumature blu notte o porpora. Contrariamente a quanto si pensi, il nero è il colore della creazione, perché è quello del grembo materno, luogo in cui avvengono la fecondazione e la crescita del feto. Tuttavia, il colore simboleggia anche il caos primigenio, la fanghiglia primordiale brulicante di vita dalla quale sono scaturite tutte le specie viventi.

E’ facile comprendere, dunque, come il Corvo sia un uccello che vanta una ricca mitologia e un’altrettanto nutrita simbologia, spesso contraddittorie.

Infatti, da un lato accompagna déi solari e simboleggia longevità, è portatore di profezie e protettore di popoli, ma dall’altro è associato a divinità bellicose della morte, divenendo anche portatore di sventure.

Per gli scozzesi i corvi sono gli esseri fatati che assumono forma d’uccello quando hanno cattive intenzioni nei confronti degli uomini.

Nelle zone nord-occidentali dell’Oceano Pacifico si crede che il Corvo crei vita e ordine. Si dice che fu un Corvo Imperiale a rubare la luce del sole alle creature che invece avrebbero voluto che il mondo restasse nelle tenebre, un po’ come il greco Prometeo che donò agli uomini il fuoco.

Norse Gods Art

Odin, Johan Egerkrans

Nella tradizione scandinava il Corvo occupa una posizione di rilievo, così come in quella celtica. Il dio norreno Odino aveva due corvi, suoi messaggeri, chiamati Hugin e Munin, letteralmente Pensiero e Memoria. La divinità stessa poteva assumere le sembianze di un Corvo, cosa che accade anche per Morrigan, dea celtica della battaglia, dell’incubo e della morte. Tuttavia, è associato anche al dio celtico Lugh che, guarda un po’, è una divinità solare, estremamente differente dalla Morrigan e dalle sue scure sorelle. A lui, come al dio scandinavo, si accompagnano due corvi. Questo aspetto di compagno di eminenti divinità del mondo antico, spiegano il carattere di messaggero tipico del Corvo, il quale porta agli uomini e al regno animale informazioni provenienti da un alto regno spirituale.

Morrigan, Natalia Nesterenko

Per i Celti, vista la sua associazione con la Morrigan, era legato ai campi di battaglia, alle carcasse e alla profezia, spesso associato  alla morte. Proprio per via del suo essere un uccello spazzino che si nutre di carcasse, gli fu attribuito il compito di psicopompo, ovvero traghettatore di anime dal mondo dei vivi a quello dell’aldilà. Sempre in ambito celtico si traevano auspici riguardanti il futuro osservando la direzione e la modalità di volo dei corvi. Fu il volo di questi uccelli sopra una particolare altura a dare l’indicazione per la fondazione della città di Lione, l’antica Lughdunum, “Collina del Corvo” o “Collina di Lugh”.

The Celtic god Lugh is at the heart of Lughnasa, a traditional Celtic holiday celebrated on August 1st. He is a god of light who fought for the Tuatha De Dannan against the evil Formorians and their king, Balor.

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Essendo un attributo di Lugh, il Corvo è ritenuto un animale celeste e solare; le sue qualità profetiche sono riconducibili al fatto che nella simbologia rappresenti il Sè Superiore, quell’ente che tutto sa e tutto vede e che appartiene al mondo spirituale più che a quello materiale. Ecco perché gli irlandesi hanno conservato il modo di dire “possedere la conoscenza del corvo”: la saggezza di questo animale dalla “vista” lunga appartiene a un mondo che va oltre l’umano, toccando il divino.

Per i romani i Corvi erano in origine bianchi e un corvo sorvegliava l’amante di Apollo a Delfi, in attesa di un bambino. Ma un giorno, così dice la leggenda, il Corvo portò brutte notizie al dio che, adirato, ne trasformò il piumaggio da bianco a nero.

Un mito simile si ritrova nella tradizione celtica, dove Lugh lasciò il suo compagno corvo a sorvegliare una giovane fanciulla incinta, nonché sua amante, affinché nessun mortale potesse giacere con lei. Tuttavia, durante l’assenza di Lugh, la fanciulla giacque con un pastore e supplicò il Corvo di non farne parola col dio. L’uccello acconsentì e, nonostante avesse mentito spudoratamente, Lugh era dio della divinazione e sapeva ogni cosa. Da quel momento costrinse l’uccello a servirlo, impedendogli di allontanarsi da lui, e rese nero il suo piumaggio, in origine candido.

E il Corvo messaggero lo è davvero: è risaputa, infatti, la sua caratteristica di essere sentinella del bosco. Sempre aggiornato e all’erta su ciò che accade nel suo territorio, non gli sfugge nulla. Costruisce il nido in luoghi alti, così da poter osservare tutta la zona in cui abita e in cui si nutre. All’occorrenza, mette sull’avviso i suoi simili e gli altri animali, li informa della presenza di intrusi o minacce, siano esse animali o umane, e, quando i cacciatori si aggirano nel bosco, sanno inscenare una grande baraonda che in men che non si dica avvisa i cervi, i caprioli e tutti gli altri uccelli della presenza del pericolo. Sono molto bravi a riconoscere e individuare circostanze potenzialmente dannose, soprattutto quando sono più vulnerabili (quando hanno i piccoli).

Le loro notevoli capacità vocali li fanno rientrare nella categoria degli uccelli canori, anche se potrebbe sembrare impossibile. In verità, quando è da solo e sa di non essere osservato, il Corvo ha una voce melodiosa, che tiene unicamente per sé, anche se non canta. E’ in grado di riprodurre i suoni di diversi uccelli, talvolta di imitare persino la voce e le parole umane, e può memorizzare e riprodurre i richiami di altre specie. Grazie a queste sua abilità, inganna i rivali, depistandoli o attirandoli a sé per affrontarli.  Tale adattabilità vocale si riflette anche nelle sue abitudini alimentari, varie e mai arbitrarie. Il Corvo, infatti, si adatta con estrema facilità a diversi tipi di ambiente e di alimentazione. E’ ladro di cibo, tanto che lo sottrae ad altri uccelli; è tanto sfacciato da rubarlo anche agli esseri umani.

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Ama giocare e può servirsi di diversi utensili per raggiungere i suoi scopi, con capacità di manipolazione davvero notevoli. Può usare le pietre per aprire i gusci delle noci e col suo becco tenta di svitare anche le bottiglie rimaste incustodite (di quest’ultimo evento sono testimone).

Non si spaventa facilmente ed è anche molto veloce, caratteristiche che lo rendono difficile da predare. E’ il più intelligente di tutti gli uccelli, sa di esserlo e ne approfitta più che può. Supera in astuzia la maggior parte dei pennuti, degli animali e, talvolta, persino degli esseri umani.

I Corvi sono stati avvistati spesso insieme ai lupi: pare, infatti, che il Corvo richiami a sé il predatore delle foreste quando c’è una carcassa. Il Lupo giunge al suo richiamo e, quasi in cambio del favore, apre la carcassa e consente anche al Corvo di nutrirsi. Da secoli si accompagnano nella caccia ad animali intelligenti, come anche le Volpi.

Lupi e Corvi

Fonte immagine: fattistrani.it

A livello energetico e di simbologia non ci sono sostanziali differenze tra il Corvo Comune e il Corvo Imperiale, se si esclude la dimensione corporea.

La fase energetica espansiva del Corvo Imperiale in particolare è quella legata al Solstizio d’Inverno ed è un animale che ha in sé le energie della magia, del cambio di forma e della creazione. E’ simbolo di misticismo, di nascita e di morte insieme, di fine e principio; simbologia, questa, ben rappresentata dal colore del suo piumaggio. L’insegnamento principale del Corvo Imperiale è quello di entrare nelle proprie tenebre interiori, sostarvi e attraversarle senza sconti, per trarne fuori tutta la luce sfolgorante della conseguente rinascita.

Come totem, il Corvo Imperiale aiuta a trasformare la propria vita e il proprio essere. E’ un animale che ci permette di lavorare nel profondo; partendo dal suo essere messaggero proveniente da mondi altri e più alti, divini, ci comunica la capacità insita in ognuno di noi di diventare maghi della nostra vita. Essere maghi significa creare la propria realtà consapevolmente, a propria immagine e somiglianza; caratteristica, questa, che è sempre stata considerata un retaggio del solo dio cristiano, ma che in verità appartiene a ognuno di noi. La magia è insita in noi, al nostro interno c’è un mago che aspetta solo di essere risvegliato: il Corvo attizza la flebile fiamma magica dentro di noi e la trasforma in un fuoco vivace e produttivo, porta alla luce le oscurità interiori per consentirci di trasmutarle, e ci dona l’energia per plasmare ciò che prima era informe.

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Il Corvo Imperiale è stato ampiamente studiato da Bernd Heinrich, naturalista, biologo e ornitologo che ha dedicato a questi splendidi animali due decenni. Dai suoi studi, contenuti nel saggio “La mente del corvo” edito da Adelphi, è emerso che questo uccello è in grado di ragionare, di immaginare ciò che deve fare, poiché conosce molto bene la realtà e ciò che in essa accade; questa sua capacità di osservazione lo rende in grado di prevedere letteralmente il comportamento altrui e ciò che accadrà.

Ecco perché il Corvo è un animale considerato profetico e può donare le sue doti anche a noi: attraverso la conoscenza profonda della realtà, che lui studia con meticolosità estrema e che ci invita a indagare attraverso il suo sguardo, diviene più semplice prevedere movimenti, azioni, conseguenze che riguardano la dimensione che gli umani definiscono come “tempo futuro”. In verità, conoscere profondamente i nostri meccanismi interiori e saperli lavorare, modificare, trasmutare è un ottimo strumento per evitare che il passato si ripeta nel futuro e per dare ai nostri passi la giusta direzione da seguire per raggiungere nuove, agognate mete.

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Tutto questo fa del Corvo un preziosissimo aiuto sul quale meditare e col quale interagire a livello totemico. Se un Corvo entra a far parte della vostra vita, potete aspettarvi una sola cosa: magia!

 

 

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