Sorrisi contagiosi

A colazione sono solita spalmare un po’ di marmellata sulle fette biscottate, da gustare in compagnia di qualcosa di caldo e avvolgente.

Una mattina come tutte le altre, anziché fare un dolce strato sulla fetta, ho deciso di disegnarvi un sorriso… e quel gesto è servito a cambiare a piccole dosi tutta la mia giornata.

sorriso

Infatti, senza che io me ne rendessi conto in quel momento, ho compiuto un piccolo atto di magia simpatica (il simile attira il simile) che mi è ritornato indietro moltiplicato.

Mi sono rispecchiata in quel sorriso, lo stesso che avevo stampato sul volto nonostante la cervicale mi dolesse da giorni, nonostante stesse peggiorando impedendomi di svolgere qualsiasi azione quotidiana con scioltezza e tranquillità.

Sorridevo, non perché fossi masochista, ma perché accettavo quel dolore come parte di me. Non solo, avevo un motivo in più per sorridere: i passi che mi separavano dalla pubblicazione del mio ultimo romanzo diminuivano, la meta era vicina, e questo mi faceva sentire di buon umore.

Con un click ho immortalato quel momento, mentre il mio compagno entrava in cucina, rivolgeva uno sguardo alla fetta e poi a me, per esclamare con un sorriso di tenerezza: «Che fantasia!».

Poche ore dopo, infornavo una torta al cioccolato, la prima della stagione autunnale. Premetto che quando cucino, se non vado di fretta, mi piace cantare… anzi, sarebbe meglio dire in-cantare, “cantare dentro”, soffiare l’anelito della magia in ciò che sto preparando con un mantra o canzoni a frequenze particolari (leggi il mio articolo “Fitoterapia energetica e Memoria dell’Acqua” per farti un’idea). Insomma, la torta è uscita dal forno, un altro click e ho spedito la foto a mia mamma, che mi aveva passato la ricetta e voleva sapere come fosse rimasta…

«Ma dai! La torta sorride! Deve essere buona per forza» mi ha scritto su whatsapp.

Sulla mia torta era distinguibile un sorriso, e io non potevo crederci.

sorriso torta

Da quel momento è stato tutto un susseguirsi di gentilezze ricevute, tante e piccole, nel corso dell’intera giornata e per quelle a venire e io le ho notate tutte, le ho considerate con uno sguardo diverso, consapevole delle energie che in qualche modo stavano tornando a me. Gente che si è offerta di aiutarmi a risolvere alcuni problemi che avevo, senza che io glielo chiedessi; altri mi hanno portato dei doni inaspettati, qualcuno mi ha fatto addirittura delle proposte interessanti per portare avanti alcune mie passioni… insomma, non mi sarei mai aspettata di ricevere tanta bellezza, e questo mi ha colpito.

So che questo discorso potrà sembrare assurdo ai più e che qualcuno potrà ritenerlo il farneticare di una pazza, ma non è così.

Siamo abituati a dare per scontata ogni cosa, soprattutto le piccole cose belle della nostra quotidianità. Eppure credo sia doveroso imparare a riconoscere la responsabilità che abbiamo di cambiare la nostra realtà, per cominciare dalle piccolezze fino a sfociare in quelle più grandi e importanti. Quella mattina, disegnando un sorriso, un semplice simbolo di gioia e felicità che subito è andato ad agire nel mio inconscio, ha fatto sì che io attirassi a me altre situazioni per sorridere e provare il sentimento collegato a quella naturale apertura delle labbra.

Non ci credete? Be’, all’inizio potete provare a renderlo un gioco divertente. Se siete scettici (e sfido chiunque a non esserlo, in un mondo negativo come quello in cui viviamo), buttatevi, provate a fare questo gioco. Sorridete, amplificate la vostra gioia anche per le piccole cose, ma soprattutto iniziate a porre l’attenzione su quello che vi torna indietro, perché quello sarà il vostro specchio, l’unico e solo grazie al quale potrete conoscere voi stessi e ciò che avete dentro.

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